mercoledì 31 agosto 2011

i miei anni '80 e i giochi musicali di fine agosto

Nel blog "IT'S ONLY ROCK 'N' ROLL" è in corso una entusiasmante sfida musicale. Si tratta di "sit rock- decenni in musica". Per me quello degli anni '80 è stato un decennio speciale, per certi versi irripetibile, traboccante di esperienze nuove e di incontri, un decennio in cui ho avvertito un fermento culturale (l'avrò sentito solo io?), una voglia di sperimentare, di condividere passioni e cercare di realizzare i propri sogni. Certo saranno stati  anche anni leggeri, forse un pò superficiali, con la voglia di apparire, di mettersi in mostra (vi ricordate le spallone imbottite che ci mettevamo?), ma a me questi anni sono piaciuti.
Anche dal punto di vista musicale c'è stato di tutto e di più, una miriade di gruppi, molti dei quali spariti nel nulla poco tempo dopo. Quello è stato probabilmente uno dei periodi in cui ho ascoltato più musica, da sola ed insieme agli amici, ma soprattutto in cui ho comprato la maggior parte dei miei dischi in vinile. Risentendoli ora, constato che alcuni sono davvero brutti e pensare che allora mi prendevano moltissimo! Ho l'impressione che la buona musica anni '60 e '70 rimanga inossidabile e conservi tutta la sua forza comunicativa senza mostrare i segni del tempo, mentre quella anni '80, che magari allora sembrava superlativa, risulta ai giorni nostri un pò datata, sarà per via di quei suoni sintetici, quei motivetti fin troppo orecchiabili, certo i nostri gusti sono assai diversi da allora. Perfino i grandi protagonisti della scena musicale  sembravano irresistibilmente attratti da quei suoni un pò finti... A dir il vero me ne accorgo solo adesso, riascoltandoli, infatti quando in un periodo ci si sta immersi, il più delle volte non si è consapevoli che il nostro orecchio si abitua alla "musica che gira intorno".
Risentendo i miei vecchi dischi, per vedere di selezionare le canzoni migliori (non ve l'ho ancora detto: per il gioco di Lozirion bisognava presentare una lista di 20 canzoni) molto materiale l'ho così scartato perchè non mi suscitava più niente, a volte mi risultava perfino fastidioso, ma alcune cose le ho salvate e si trovano scritte qui sotto. Ho integrato l'elenco anche con qualche titolo reperito qua e là facendo ricerche su internet. Non posso dire di essere del tutto soddisfatta del mio lavoro, la cosa più difficile è stata limitare a venti il numero di brani, optare per una cosa anzichè un'altra, però insomma, il risultato è questo ed è sicuramente una scelta più affettiva che obiettiva, visto che ogni canzone è legata ad un pezzetto della mia vita. Ecco allora, questo è il mio puzzle di ricordi.


For you - Tracy Chapman
Forbidden colours - David Sylvian
Vita spericolata - Vasco Rossi
Cloudbusting - Kate Bush
Sweet child o' mine - Guns 'N' Roses
Southern jukebox music - Penguin Cafe Orchestra
Luka - Suzanne Vega
Close to me - The Cure
Autogrill - Francesco Guccini
Dancing in the dark - Bruce Springsteen
Sweet dreams - Eurythmics
My ever changing moods - The Style Council
Telegraph road - Dire Straits
Tainted love - Soft Cell
Englishman in New York - Sting
Where the streets have no name - U2
Lifeless town - Violet Eves
Don't box me in - Steward Copeland
Who's fooling who? - Working Week
Upside down - Diana Ross

Ne conoscete qualcuna? Forse no...magari negli anni '80 eravate ancora troppo piccoli (o non eravate ancora nati?) oppure al contrario avevate già una famiglia o un lavoro impegnativo che non vi lasciava il tempo per seguire i gruppi emergenti di allora. Tutto dipende insomma a che punto della vostra vita è "cascato" questo decennio. Io ero ancora abbastanza libera da impegni così da poter dedicare a questa passione molto del mio tempo.
Nel mio elenco ho inserito, come avrete notato, anche  un brano dei Gun 'N' Roses, un genere musicale che allora non amavo per niente. In seguito però ho avuto modo di apprezzare alcune loro canzoni come questa splendida "Sweet child o' mine".
C'è anche un nome che probabilmente non avete mai sentito nominare, se è così vale la pena di ascoltarli, anche se il gruppo si è ormai sciolto da tempo: sono i Violet Eves, italianissimi, anzi, romagnolissimi credo, nonostante il nome. Il brano citato appartiene all'unico album in mio possesso "Incidental glance", cantato interamente in inglese dalla bellissima voce di Nicoletta Magalotti.
Qualche altra "puntata" nel panorama italiano non poteva mancare, così ci ho messo anche il Vasco degli esordi, ve lo ricordate? La sua presenza a Sanremo è stato come un raggio di sole in una stanza polverosa e ne son rimasta affascinata anche se non volevo, come lui, una "vita spericolata".
E naturalmente c'è anche il mitico, simpaticissimo Guccini che per me è quasi uno di famiglia, visto che  ha accompagnato con le sue canzoni la mia adolescenza. "Autogrill" non sfigurerebbe secondo me neanche accanto ad alcuni suoi indimenticabili pezzi forti: questa è comunque la mia modesta opinione, di una che di musica non è poi una gran esperta.
Un album che ho amato moltissimo in quegli anni è stato certamente quello di Kate Bush da cui ho tratto "Cloudbusting".  Pur non appassionandomi più così tanto alla sua musica, riconosco ancora che Kate è dotata di un grande talento, un'artista a tutto tondo. E' stato difficile selezionare una sola canzone, perchè questo LP è come un blocco unico e se vi immergerete nelle atmosfere magiche, fiabesche di "Hounds of love" capirete cosa voglio dire. Il video di questo singolo, basato sulla vita di Wilhelm Reich, e interpretato dalla stessa Bush assieme a Donald Sutherland, è stato premiato come migliore degli anni '80.  



Un altro 33 giri che avrei voluto mettere tutto per intero, perchè è stupendo dall'inizio alla fine, è quello con cui esordì Tracy Chapman. Ancora adesso, a riascoltarlo, quasi non sembra siano passati tanti anni: è perfetto, una vera perla. Se per caso non conoscete questa cantautrice, ascoltate questo video e lasciatevi cullare dalla sua voce vellutata.



Mi piacerebbe mostrarvi tanti altri video, ma non vorrei che la cosa diventasse  noiosa, per cui vi saluto e vi invito ad andare a votare qui ( sempre che il sondaggio sia già stato postato...) la lista che preferite, quella che vi dà più emozioni, quella che per voi è più rappresentativa di quegli anni. E vinca il, o la, migliore! 

???????????????????

Ho visto ora, mentre preparavo il post che è partito un altro bellissimo gioco musicale che conosco bene visto che vi ho già partecipato altre volte (piazzandomi incredibilmente anche tra i primi): è il "music-collage post vacanziero" proposto da mr. Hyde nel suo blog "CASSETTI CONFUSI". Si tratta di indovinare chi suona /canta nel suo abilmente confezionato mix. Andate qui ed "aguzzate" bene le orecchie quindi, un pò di ripasso musical-estivo non può farvi che bene!

lunedì 29 agosto 2011

anche per loro...

Anche per loro è giunto il momento delle meritate vacanze!


venerdì 26 agosto 2011

un viaggio a portata di Man..ica

4720 chilometri di strada...non pochi vero? Il viaggio nel sud dell'Inghilterra è stato certamente interessante sotto tanti aspetti, ma lo spostamento "by car", come si poteva prevedere, non è stato propriamente a portata di mano, anzi di Man...ica.

 Sì, è risultato un viaggio piuttosto faticoso, anche se abbiamo cercato di diluire i chilometri dell'andata e poi quelli del ritorno nell'arco di più giorni. Ciò significa che togliendo i tre più tre di viaggio, alla fine per la vacanza vera e propria non ne son rimasti poi tanti e di conseguenza abbiamo dovuto rinunciare a visitare tanti  luoghi imperdibili....ce li siamo proprio persi, insomma.

In ogni modo a me piace pensare, come la volpe con l'uva, che una vacanza sia fatta anche di tutto quel tempo trascorso in macchina, con i paesaggi che scorrono e si trasformano davanti agli occhi, con lo stupore per gli avvistamenti fugaci di cose curiose, con i momenti di indolenzimento, di stanchezza o di sonno vero e proprio (il mio, non quello del guidatore) con quelli di ansia (la guida a sinistra mette a dura prova guidatore e passeggero, ve l'assicuro) con le risate, i silenzi, le indecisioni, ma soprattutto, sempre, con la voglia di affrontare insieme questa splendida avventura.

Quei 4720 chilometri, non spaventatevi voi che desiderate andare "su gomme" in Inghilterra, sono calcolati totalmente, comprendono cioè anche i vari spostamenti che abbiamo effettuato sul posto, ma direi che pochi non sono ugualmente, strada ne abbiamo comunque macinata parecchia!

E visto che il viaggio in macchina ha occupato così tanto spazio nella nostra vacanza, vorrei iniziare a farvi entrare a piccoli passi nell'atmosfera inglese mostrandovi alcune foto che ho scattato dal finestrino strada facendo, avvicinando me e voi alla meta sognata. Ai miei scatti in movimento ormai dovreste esserci abituati, ancora una volta questo è stato per me un modo piacevole per trascorrere le lunghe ore in macchina, spero che tenga anche voi piacevolmente occupati.


UN VIAGGIO A PORTATA DI MAN...ICA

La partenza all'alba con l'euforia del viaggio, una delle poche occasioni in cui amo svegliarmi presto. Questa è l'unica foto che vedrete scattata da ferma. Ore sei e sei, poco prima di salire in macchina.


La nostra amica navigatrice, prestataci da mio babbo. Una presenza fedele e preziosa, ed anche se a volte, specie nelle rotonde inglesi, è andata un pò in confusione commettendo qualche errore, gliel'abbiamo perdonato, perchè si è dimostrata davvero utile. Mi ha sollevato inoltre dal ruolo  ingrato di dover stare sempre con la cartina spiegata sulle gambe.
Come vedete dalla foto siamo già dalle parti di Bologna.


Curva parabolica cementata. A me ha ricordato un pò le tetre atmosfere della scena finale di  "Brazil".


Le previsioni avevano dato pioggia e infatti...L'acquazzone non scalfisce però il nostro entusiasmo, anche perchè il traffico più intenso è come al solito nell'altra corsia. Ah, ah.



E come al solito c'è chi è molto più sportivo di noi.


Nuvoloni sempre più bassi mentre ci avviciniamo alla montagna. Cascatelle d'acqua scivolano con forza giù dalle rocce. Dovunque.


  Alcune gallerie preannunciano quella che sarà la più lunga, il San Gottardo. Due ore di attesa.



Bellissima la Svizzera: laghi da sogno, cioccolata da paradiso e prezzi alle stelle...Un caffè ben 4 euro!


Arriviamo in Francia e a pomeriggio inoltrato decidiamo di fare la nostra prima tappa. Paese prescelto? Sèlestat, dalle caratteristiche case a graticcio. La mattina dopo si riparte e lungo la strada noto e fotografo questa strana costruzione sopraelevata, che sia un granaio?


In effetti i campi coltivati qui non mancano di certo...soprattutto di granoturco.


Intanto il cielo si schiarisce, che belle queste nuvolette.


E di nuovo, chilometri più avanti, tutto si rifà plumbeo, minaccioso. Il vento tira forte. Saremo in Belgio...o nel Lussemburgo? Avere una navigatrice che ci guida, e non la carta stradale, a volte ha i suoi svantaggi.


Compare una indicazione per Bruxelles, ma dov'è sparito il Lussemburgo?! Mah, forse "dormivegliavo"... Rimango affascinata dai lampioni belgi lungo la carreggiata e da un autogrill dalla forma tagliata.



Ritorniamo nuovamente dentro alla Francia, c'è un aereo in cielo. Tra poco voleremo, si fa per dire, anche noi verso la Gran Bretagna.


In prossimità di Calais, Maurizio a cui probabilmente sono saltate le valvole dalla stanchezza, si mette ad inventare uno scioglilingua su Calais. La prima impressione della città è che sia un pò caotica, beh certo è un porto...La nostra navigatrice ci cerca un hotel, infatti di prendere il traghetto a quest'ora non ci pensiamo proprio.


La mattina dopo ci dirigiamo, il prima possibile, verso il ferry boat. La luce crea suggestivi squarci nei nuvoloni scuri.


Il nostro mezzo su gomme  riposa nella pancia del traghetto e noi camminiamo ondeggiando come ubriachi sotto coperta. Stiamo per arrivare, Inghilterra, già si intravedono le tue bianche scogliere! Non ricordavo fossero così belle e candide, quasi commoventi. Le foto di Maurizio ne catturano la magia...



All'uscita del traghetto il primo impatto con l'Inghilterra: la guida a sinistra! Beh, pensavo peggio, sarà che non guido io...


Ci accoglie un cielo denso di nuvole, ma a tratti azzurro. L'autostrada si snoda come un grande anello attorno a Londra. Tante corsie ed un ingorgo incredibile. Accendo la radio, c'è una canzone dei Pink Floyd, "Us and them". Sì, siamo proprio arrivati in Great Britain!


Imbocchiamo poi una strada più stretta, quella che ci porterà fino al Devon. Le macchine ora arrivano anche dalla corsia opposta e mi sfiorano...aiuto, sembra che i camion mi piombino addosso! Da questa prospettiva non riesco neanche più a fare le foto.


Vedo poi una processione di gente, laggiù in mezzo al verde...ma possibile? E' Stonehenge! No, non mi aspettavo proprio che il "cerchio magico" fosse così visibile dalla strada. Ci rimango quasi male, perchè mi sembra che perda un pò della sua suggestione. E' comunque uno spettacolo affascinante che mi affretto ad immortalare con l'intenzione di fermarmi al ritorno dalla Cornovaglia. Eh, sì... 

La nostra prima tappa, un piccolo paese del Devon dove alloggeremo in albergo, si avvicina sempre più. Il viaggio continua, restate a bordo ed allacciate le cinture!


martedì 23 agosto 2011

un braccialetto anarchicamente liquiriziesco

Ciao a tutti, vecchi e nuovi amici, anzi colgo l'occasione per ringraziare gli ultimissimi iscritti, è stata una bella sorpresa trovarvi tra i miei followers e spero di riuscire presto a fare una capatina a casa vostra.

Eccomi di nuovo qua quindi, assieme a voi sul mio blog, immersa nell'afa cittadina che, dopo il clima "autunnale" inglese, sembra ancor più dura da sopportare. Visto che come sempre il ritorno dai miei viaggi prevede lavatrici su lavatrici e sistemazione delle foto, per adesso vi faccio vedere un post che avevo preparato prima di partire: il settore bozze, dietro le quinte, è sempre molto nutrito. Arriveranno più avanti anche i resoconti delle vacanze, basta aspettare...

Trovate che il titolo di questo post sia un pò astruso? Allora vi spiego come ho fatto a fare il braccialetto dal doppio giro e vedrete, tutto apparirà chiaro!


Un braccialetto anarchicamente liquiriziesco


Per realizzarlo non vi servono liquirizie ma...
...andare in un locale, magari suggestivo come quello con vista sul canale di Cesenatico, ordinare un cocktail, io l'ho preso analcolico, assaporarlo in santa pace e possibilmente in dolce compagnia e, prima di uscire, ricordare di mettersi in borsa la nera cannuccia ispiratrice....

Occorrente: una cannuccia nera (o due, poi vi spiegherò il perchè), alcune perle in legno (o plastica se volete) in vari colori, del filo elastico trasparente, un paio di forbicine e ...
...un pizzico di spirito anarchico.


Io l'ho fatto così....nel modo più banalmente semplice che ci sia:

§ Ho tagliato a pezzetti regolari la mia cannuccia e
§ ho infilato nell'elastico i tubicini intervallandoli con le perle di legno.

Pensate che abbia seguito un metodo? No, l'ho fatto in totale anarchia ... perchè in quel momento mi andava così: creare improvvisando, senza rispettare alcuna sequenza logica.


§ Ho continuato a mettere i pezzetti di cannuccia finchè non li ho terminati e mi sono accorta che se per un braccialetto semplice il filo così preparato era troppo lungo, per uno doppio al contrario troppo corto, così l'ho ultimato con alcune perle messe una di seguito all'altra.
§ Ho legato il filo, prendendone prima la misura giusta, con diversi nodi sovrapposti.


§ Poi ho fissato meglio l'elastico facendolo passare dentro alle perle laterali...

 ...ed eseguendo, alle due estremità, un nodino sul filo sottostante. E chiunque sia un pò pratica di "perlinaggio" sa bene come fare.


Precisazioni (alle quali non so rinunciare): all'anarchia della sequenza ho aggiunto, lo avete visto, anche l'anarchia della lunghezza, non propriamente da bracciale. Voi logicamente siete liberi di ordinare due cocktail, così con le due cannucce potrete farvi magari un braccialetto a tre giri oppure usare solo mezza cannuccia per farne uno con un giro solo...

Uso del braccialetto: potete girarvelo due volte o tre, a seconda della lunghezza, attorno al polso come vedete nella primissima foto d'apertura o infilarvelo al collo, tanto è elastico, trasformandolo così in un girocollo. Lo vedete molto in lontananza nello specchio?


Potreste anche sfoggiarlo, se volete, come gioiello da piede in riposo...


Sto scherzando, via...passiamo alle...

Considerazioni finali:
Alla fin fine questo braccialetto ha un aspetto più etnico che liquiriziesco, non vi sembra? Se vi piacciono le cose più caramellose, e se a indossarlo sarà una bambina, potreste provare ad intervallare perle solo bianche, rosa, gialline... i colori tipici delle liquirizie ripiene, le mie preferite "da cinema". Mi direte poi se ha un aspetto più goloso.

Tutto qui?
Sì, il braccialetto è tutto qui: niente di originale, di straordinario, di fantasioso, di meravigliosamente creativo...Solo uno spunto semplice semplice per divertirmi con voi, ma intanto può servire a prendere confidenza con le cannucce, perchè di gioielli "ecofriendly", come li definisce Manuela, con questo materiale di recupero, se ne fanno di veramente graziosi. Ve ne farò vedere altri più avanti? Non si sa mai...

giovedì 4 agosto 2011

vado in C + - - + - + - - + A

Alcuni di voi sono partiti, altri già ritornati ed altri ancora, come me, fanno il conto alla rovescia preparando le valigie. Il periodo estivo è fatto di arrivi e partenze ed anche qui nel mondo dei blog si avverte, accanto al fermento dei saluti, quell'atmosfera che si respira nelle città che in estate si vanno via via spopolando. Mi riferisco a quelle chiaramente non prese di mira dal turismo. Certo in agosto il  "mortorio" in città è se vuoi ancora più marcato, peggio o meglio a seconda dei punti di vista...un fruttivendolo o un'edicolante aperto te lo devi cercare col lanternino, ma vuoi mettere, i pochi "pedoni" rimasti diventano i veri padroni della propria città, e al diavolo per un pò gli automobilisti!

Io comunque quest'anno ho anticipato le mie vacanze ed agosto non lo trascorrerò qui. Partirò infatti alla fine di questa settimana e per chi ancora non sapesse la mia meta,  cosa ne dite, ci facciamo un bell'impiccato? Vi rinfresco le regole dicendo che al posto del + ci sta una vocale e a quello del - una consonante.

C + - - + - + - - + A

Troppo difficile? Allora aggiungo anche qualche indizio, caso mai non vogliate faticare troppo.

a) E' una contea.
b) Io e Maurizio (vorrei rassicurarti che non parto con un altro: Ma. e Maurizio sono incarnati nella stessa persona)  la raggiungeremo in macchina...incoscienti?!
c) Il mare lo vedremo, ma in valigia niente costume, piuttosto una felpa.
d) Questa è un'immagine di una località che spero riusciremo a vedere. No, non si tratta di "stone balancing"...

foto scaricata dal web

e) E per fugare ogni dubbio vi mostro un video, che farsi una risata non fa mai male e che risata!



Ora potete iniziare a giocare...e magari regalarmi anche qualche vostro prezioso consiglio, se ci siete già stati. Fino a sabato riuscirò a leggere i vostri commenti e probabilmente anche a rispondervi, intanto però vi saluto.

Buone vacanze a tutti, a chi parte, ma anche a chi, per motivi vari, resterà a casa. Trascorrete un bel periodo sereno, noi ci rivediamo tra circa due settimane. Ciao, un abbraccio collettivo!

lunedì 1 agosto 2011

pietre equilibriste

Il sasso che ho lanciato nel post precedente è stato immediatamente raccolto...da chi? Da Sara che mi ha mandato una bellissima foto scattata davanti ad una diga. Quella che si vede in primo piano non è una composizione simile alle mie, ma si tratta pur sempre di un altro curioso passatempo da spiaggia o da prato...sassoso.
Una cosa certo interessante da fare che richiede un po', io direi un bel mucchio, di abilità nel saper impilare sassi o pietre formando una specie di torre. Mica un gioco da ragazzi, ma lei c'è riuscita, pratica com'è di equilibrismi...anche in moto!


La tecnica che ha usato si chiama stone o rock balancing. Non so se l'avete mai sperimentata, ma per mia esperienza cercare il punto in cui le asperità di due pietre si combinano facendole restare in perfetto equilibrio, quasi per magia, non è propriamente semplice. Io ad esempio mi stufo dopo un solo minuto di tentativi falliti, mentre invece Ma. si applica con metodica pazienza finchè non riesce nell'intento. Ve ne mostro una che ha fatto durante la vacanza in Croazia dello scorso anno.


Non sembra incredibile che possa restare in piedi? Quando uno si mette a farle e gli riescono bene poi ci prende gusto...


Ci è capitato a volte, arrivando in una spiaggia, di trovare già lì sul posto qualcuna di queste meraviglie, traccia di un passaggio umano, evocativa di antiche costruzioni preistoriche. Affascinanti pietre equilibriste.

Appassionatevi anche voi a questo gioco con i sassi e meditate...sì, perchè questa attività è considerata, oltre ad una performance artistica, una forma di meditazione zen, poichè la ricerca dell'equilibrio di due o più pietre esige pazienza ed umiltà, estraniazione dallo scorrere del tempo, immersione nella natura, ascolto dei suoni e del silenzio. (definizione copiata pari pari da wikipedia)

Per capire qualcosa di più di questa tecnica ho pensato di fare una piccola intervista ad un  "guru" delle pietre impilate. Chi è? Ma sì che l'avete capito...


Ti faccio un'intervista negli stacchi pubblicitari del 
"Crozza live"

Io: Come ti è venuta l'idea di mettere una pietra sopra l'altra?
Ma: Un giorno decidemmo di andare a fare un viaggio in Toscana....
Io: ...ma la prendi alla larga...troppo alla larga!
Ma: ...un giorno in Toscana, in una spiaggia ciottolosa, siccome era brutto tempo , mentre tu stavi leggendo una rivista, forse Riza Scienze...
Io: Sì, ma il nome non te lo ricordavi, te l'ho detto io poco fa.
Ma: ...forse Riza Scienze, mi avevi suggerito per passare il tempo un passatempo che era  "dentro" la rivista. Il passatempo consisteva nel creare pile...
Io: Pile?!
Ma: ..delle pile sassogene, sassofrattin...
Io: ma dai...cosa stai dicendo?
Ma: ...e queste pile dovevano rimanere in equilibrio per qualche minuto.
Io: ?!? Solo per qualche minuto? (ma l'ho solo pensato) E' stato difficile fare la tua prima costruzione? 
Ma: Sì, perchè inizialmente non ne conoscevo la tecnica e per ottenere un risultato ho sperimentato diverse possibilità, spesso sbagliando. Poi ogni volta che raggiungevo un piccolo risultato cercavo di riprodurlo nei passi successivi.
Io: Cosa serve, cosa è indispensabile perchè il gioco riesca?
Ma: Col tempo ho capito che è necessario osservare la forma delle pietre scelte, il tipo di superficie, la convessità...Una volta che i due pezzi...
Io: Pezzi?
Ma: (come se non mi avesse sentito, anzi non mi ha sentito proprio)...sono accostati in un probabile punto di equilibrio, si lascia la presa lentamente e si verifica da quale parte avviene lo sbilanciamento. A questo punto...
Io: Yawnn.. (sbadiglio) Meno male che quest'intervista doveva essere piccola.
Ma: ...a questo punto si apporta una piccolissima modifica alla precedente posizione, finchè non si ottiene lo sbilanciamento dalla parte opposta. Mettendola nella posizione centrale fra questi due punti, si ottiene l'equilibrio.
Io: (nel pomeriggio aveva parlato di baricentro ed era stata una descrizione più interessante, ma è sempre così la seconda volta) Ti diverti a farle?
Ma: Sì, mi diverte perchè mi concentra, mi rilassa...
Io: (anch'io mi rilasso a sentirti parlare, anzi quasi quasi mi addormento pure)
Ma: ...utilizzando i sensi del tatto, della vista e la creatività.
Io: (scommetto che questa parola non la usavi prima che io aprissi il blog) E' una soddisfazione vederle finite?
Ma: Molto, quando si raggiunge un certo risultato estetico è piacevole.
Io: Quando decidi che la torre di sassi è terminata?
Ma: Quando crolla tutto più volte significa che non è la giornata adatta...
Io: (secondo me l'ultima risposta è totalmente fuori tema, ma non glielo dico, non vorrei che ricominciasse dall'inizio...)

P.s. Se avete avuto la pazienza di leggere fino in fondo questa sgrammaticata e ripetitiva intervista (ma con il sottofondo pubblicitario non si poteva far di meglio) allora vuol proprio dire che siete pronti a dedicarvi al rock balancing!