mercoledì 22 febbraio 2017

la nostra coperta

Vorrei un bozzolo per accucciarmici dentro, riaprire gli occhi e vedere che sei seduta come sempre sul divano accanto a me, sentire la tua voce, parlare ancora della nostra coperta, mamma...

quest'inverno avevo finalmente tirato fuori quel sacchetto strapieno di quadrati colorati che avevi fatto venti, trent'anni fa con gli avanzi di lana, mai diventati coperta perché, dicevi, non erano abbastanza e di lana bordò non ne avevi più. Dal di lì la mia idea di ingrandirli contornandoli a uno a uno con un altro giro di lana rossa recuperata da un giaccone.


Tutti i giorni ne facevo qualcuno. "Non li hai ancora finiti?" mi chiedevi sempre. "Quanti te ne mancano ancora?" come se avessi fretta... Poi finalmente a fine gennaio ce l'avevo fatta, non restava che lavarli, la lana si trascinava ormai da anni, metterli in forma e unirli insieme per formare un'allegra coperta o forse due piccole, se ci scappavano.

Ma all'improvviso le cose sono precipitate e ti abbiamo dovuta ricoverare. E poi, e in quel poi c'è dentro tutto, tutto quello che adesso non voglio raccontare, te ne sei andata. Solo cinquanta giorni dopo e più o  meno alla stessa ora della tua sorella più grande, tu che eri la mezzana.
"Si sono rincorse" ha detto una parente al secondo funerale e l'immagine mi ha colpito: ho immaginato voi due correre libere e giocose.
Una notte in clinica, quando ancora le forze non ti avevano abbandonato del tutto, ho sentito che hai posato la tua mano sulla mia testa appoggiata sul bordo del letto. Sei sempre stata così premurosa, attenta e sapevi sempre consolarmi nei momenti difficili.


Vorrei che quella coperta che ancora non esiste ci avvolgesse insieme per darti e darmi conforto...ora che mi sento come un guscio vuoto, uno di quei gusci di ricci di mare portati a riva dalla corrente.

venerdì 13 gennaio 2017

prendiamolo per la gola...


Sono qui, timidamente ma ci sono. Timidamente e un po' confusamente. Eh sì, da ottobre fino ad oggi avrò provato a scrivere almeno tre, quattro post, ma nessuno di questi ha visto la luce. Il fatto è che ora non mi va più di ultimarli e sistemarli per poi sceglierne uno, meglio lasciarsi trascinare dai pensieri del momento anche se inevitabilmente guardano ancora al passato recente.

...scorro con gli occhi i commenti al mio ultimo post, quello di marzo, e mi fa male. Faccio ancora fatica a crederci che ci siano parole che non potrò più leggere, un desiderio di incontrarsi che non potrà più essere esaudito, sorrisi e abbracci sospesi nei ricordi. Le parole di Ambra sono come stelle ormai distanti, lontane, ma così vicine nel cuore.
E di parole silenziose che costellano post più vecchi ci sono anche quelle di Graziella, un'altra cara amica blogger scomparsa pure lei nell'ultima parte del 2016. Da un po' di tempo ci eravamo perse di vista anche su facebook, è vero, e mai incontrate di persona data la distanza geografica, ma era stata una delle prime persone approdate, con simpatia e gentilezza, nel mio blog e per me lei c'era comunque.

Affetti perduti, e questi del mondo blogger non son stati i soli, ma anche per fortuna affetti rinsaldati, ritrovati, trovati o riscoperti. Affetti dei familiari, dei parenti e quelli degli amici o dei conoscenti. Posso senz'altro dire che l'amicizia è stato il sentimento che più ha riscaldato questo 2016  abbastanza difficile sotto altri aspetti.

E poi...e poi non so, sarà stato forse per addolcire pensieri che certe volte tendevano al cupo, ho applicato la mia terapia dei biscotti ed è stato tutto un turbinio di dolci. Ho iniziato presto, i primi di dicembre, ho intensificato durante le feste natalizie e ancora non ho smesso... Dolci, tanti dolci e dolcetti da mangiare, da regalare, da portare a casa di altri.

Tiramisù a ripetizione (io ho seguito questa ricetta, ma al posto del liquore ho messo un goccio di latte), meringhine normali o aromatizzate,


cantucci al cacao e nocciole fatti seguendo la ricetta di Eli,


 biscottini di pasta frolla con le formine (qui la ricetta di Giallo Zafferano)


e tra parentesi devo dire che c'è stata chi, tra le mie amiche, ha avuto perfino il "coraggio" di tocciarli nel sangiovese,


ma anche castagnaccio che dà l'impressione di essere meno "pesante"


e poi l'immancabile salame di cioccolata (il mio primo dolce spiegato qui) che invece pesante lo è di sicuro.

Ma sì, lo vedete, questo giovane 2017 ho provato a prenderlo per la gola sperando che mi e ci riservi meno amarezze. Siete d'accordo?